Una madre controcorrente: "Ho liberato mio figlio dalla scuola, era tutto pianificato"

Sei mai incappato in un video su TikTok che ti ha fatto riflettere sul futuro dell'educazione? Una mamma sta facendo proprio questo, condividendo il suo metodo di insegnamento a casa non esattamente "normale". Conosci l'unschooling? Scopri di più su questa tendenza che sta dividendo l'opinione pubblica!

Educare i propri figli a casa, fuori dai canoni classici della scuola, è una scelta coraggiosa che sta facendo discutere molto. Una mamma in particolare, attraverso i suoi video su TikTok, sta raccontando come ha deciso di seguire la via dell'unschooling con il suo bambino. Al posto dei banchi e dei libri di testo, qui si parla di assecondare la curiosità del piccolo, immergendolo in un ambiente dove può scegliere liberamente cosa apprendere e quando farlo.

L'educazione fuori dagli schemi

L'unschooling si basa sopra tutto sulla fiducia nelle innate capacità del bambino di trovare i propri interessi e perseguirli. La donna su TikTok mostra con orgoglio come suo figlio si stia avventurando, senza obblighi scolastici, nella lettura, nella scrittura e anche nella matematica. Sostiene che il bambino imparerà meglio se potrà farlo secondo i suoi tempi e le sue inclinazioni, piuttosto che essere incanalato in un curricolo rigido e prefissato.

Gli utenti online hanno reagito in modo vario a questa testimonianza: alcuni sono entusiasti di questa libertà educativa, altri sono scettici e temono possibili carenze formative. È chiaro che si tratta di una scelta molto personale e che non esiste un approccio univoco che vada bene per tutti i bambini.

La legge e il domani dei nostri figli

Tra le domande più frequenti c'è quella sulla legalità dell’unschooling. È fondamentale che i genitori si informino bene sulle direttive educative del proprio paese prima di imboccare questa strada. Inoltre, ci si chiede quale impatto potrà avere questa educazione alternativa sulla vita futura dei bambini.

Gli esperti di pedagogia incoraggiano a tenere in considerazione un misto di scoperta autonoma e di insegnamento più tradizionale, per garantire uno sviluppo bilanciato del bambino. I contenuti dei programmi scolastici sono spesso frutto di studi approfonditi che mirano a coprire tutte le aree dello sviluppo infantile.

Il dibattito sollevato dalla mamma su TikTok sfida la concezione tradizionale dell'educazione e mette in luce quanto sia cruciale una decisione ponderata in questo ambito. La passione per l'apprendimento spontaneo e giochi liberi riscontrabili nell'unschooling sono sicuramente fulcro di un processo educativo attentamente costruito, ma questo non esclude l'importanza di garantire al bambino le competenze di cui avrà bisogno nel mondo di domani, un mondo che richiede capacità di interazione sociale e di apprendimento collettivo.

E in fin dei conti, ogni bambino è diverso: per alcuni l'unschooling potrebbe essere la scelta giusta, per altri no. La cosa importante è trovare la strada migliore che rispecchi le caratteristiche e le necessità di ogni singolo bambino.

"Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza", scriveva Jorge Luis Borges, e nel caso dell'educazione "free school" di cui parla Onami, il dubbio si insinua prepotentemente tra le pieghe delle nostre convinzioni. È davvero possibile che un bambino possa crescere e fiorire al di fuori del sistema scolastico tradizionale, seguendo unicamente i suoi interessi e le sue curiosità? Onami sembra credere fermamente in un modello educativo alternativo, dove il bambino è protagonista del proprio apprendimento e dove le rigide strutture scolastiche lasciano il posto a un'educazione più fluida e personalizzata.

Ma la domanda che sorge spontanea è: questo basta? L'educazione non è solo un insieme di competenze da acquisire, ma un processo complesso che prepara l'individuo alla vita in società, all'esercizio della cittadinanza, al pensiero critico. La scuola, con tutti i suoi limiti e le sue imperfezioni, è anche un luogo di socializzazione, confronto, apprendimento di regole e di rispetto per gli altri.

Non si può negare che il sistema educativo abbia bisogno di riforme e che l'approccio tradizionale possa essere migliorato, ma la soluzione proposta da Onami rischia di essere una fuga in avanti, un'utopia che non tiene conto delle reali esigenze di crescita di un bambino. L'approccio "unschool" di Onami è coraggioso e stimolante, ma dobbiamo chiederci se sia davvero la strada giusta per tutti i bambini o se sia piuttosto un'esperimento personale, un'eccezione che non può essere generalizzata.

In un mondo che cambia velocemente, dove le certezze di ieri non sono più quelle di oggi, è essenziale formare individui capaci di adattarsi, di imparare e di reinventarsi. Ma è altrettanto indispensabile fornire loro gli strumenti per poterlo fare in

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